venerdì 30 novembre 2012

Pillola di saggezza letteraria

Dal romanzo che sto leggendo L'inverno della paura di Dan Simmons:

"Avevo già scoperto un'importante verità relativa alla scrittura: per scrivere bene bisogna procedere dall'interno verso l'esterno. Questo vuol dire che la storia deve avere un centro silenzioso ma ben saldo, sia che si trovi nel nucleo dei personaggi, o nella storia o, preferibilmente, in entrambi, e che tutto deve dipanarsi a spirale  partendo da quel punto"

Ho uno strano rapporto con Dan Simmons, a volte lo adoro e a volte mi dà sui nervi, e spesso le due sensazioni si alternano all'interno dello stesso romanzo. Con questa frase, però, sono d'accordo al 100%. Voi cosa ne pensate?

martedì 27 novembre 2012

Questa mi ha fatto arrossire


E' la recensione che Maurizio Gilardi, vincitore del premio Giallo Stresa e sceneggiatore da una vita ha fatto di tre racconti dell'antologia Delitti d'acqua dolce
Sono parole che mi hanno fatto davvero piacere, sia perché Maurizio è un autore che stimo, il suo racconto l'Onda del Castello, con cui ha vinto il premio, è semplicemente delizioso (e come abbiamo dovuto ammettere tutti noi altri partecipanti "una spanna sopra"), sia perché evidenzia quelli che davvero erano i miei obiettivi. "Uno stile che non vuole stupire, non vuole strappare consensi... semplicemente bello e lineare, molto fruibile e straordinariamente variopinto... (i personaggi) sembra di averli accanto ed è il massimo traguardo possibile che un autore può raggiungere"
Grazie.

PS: con buona pace del mio non voler fare post egocentrici.

lunedì 26 novembre 2012

Alle origini

Ieri ero alla festa di battesimo di una mia cuginetta di secondo grado.
Vedo in un angolo del ristorante un gruppetto di bambini seduti a terra che di colpo si mettono a gridare, scappano via correndo, poi, timorosi tornano.
Mi avvicino. Al centro del gruppetto c'è uno dei miei zii e capisco.
Sta raccontando una storia.
No, La Storia.
Io non avevo dubbi quando la maestra mi chiedeva quale fosse la mia fiaba preferita.
Ivan Bovino
Si tratta di una lunghissima fiaba russa che inizia con un pesce dalla scaglie d'oro, continua con la nascita di tre bambini magici e termina con la ricerca di una principessa in una terra straniera. Ma questo non è importante.
La cosa importante è che mio zio ci faceva sedere tutte in circolo e poi con voce lenta e misurata iniziava a raccontarci la storia. Faceva il rumore delle foglie e poi, all'arrivo dei draghi (ogni buona storia deve avere almeno un drago) si metteva la testa in un cesto o in uno scatolone e si buttava in avanti per afferrarci. E per noi era il drago. Il terribile drago a sette teste che Ivan Bovino non riusciva a uccidere perché ogni volta che una testa veniva tagliata, ricresceva. Il drago contro cui gli altri Ivan (Ivan Principe e Ivan Cuoco o Della Serva, a seconda dell'umore dello zio) non accorrevano, perché addormentati. Il drago che alla fine veniva ucciso solo grazie all'aiuto del cavallo bianco di Ivan Bovino.
Riguardo le bimbe che tutte timorose, dopo l'attacco del drago, tornavano piano per ascoltare il seguito della storia e l'incontro con la strega dei boschi, mi sono resa conto di quanto importante sia stato quel frammento d'infanzia. Del resto, la fiaba di Ivan Bovino io la so ancora a memoria.
Forse senza mio zio non sarei mai diventata a mia volta una narratrice di storie. O forse no, in fin dei conti eravamo 6 cugini ad ascoltare la storia e nessun altro è diventato giocatore di ruolo, appassionato di fantasy e di narrativa. Ma tutti ricordiamo quei momenti con piacere.

venerdì 23 novembre 2012

Prima della prima presentazione (e pensieri sparsi sull'autopubblicazione)

Sono nuova alle presentazioni letterarie. Questa sera alle 21 presento i miei racconti presso il comune di Briga Novarese e Domani (sabato 24) alle 15 partecipo alla presentazione di Delitti d'Acqua Dolce presso la libreria Feltrinelli di Arona
Paradossalmente l'appuntamento di domani, più strutturato, con altri autori e la curatrice dell'antologia, mi spaventa molto meno.
Per questa sera che il cielo me la mandi buona e che speriamo che riesca a trovare una quadra tra i due rischi contrapposti: parlare per dieci minuti e poi lasciare un silenzio imbarazzante, o partire per i lidi dell'Antica Roma e uccidere i coraggiosi presenti con due ore sulla tarda repubblica...

Questo, per ricollegarmi a un argomento che sta interessando molti blog dedicati alla scrittura, indica, credo, come io sia poco adatta all'autopubblicazione.
Per quanto riguarda la presentazione di domani, la nostra splendida curatrice - organizzatrice (grazie Ambretta!), oltre ad aver fatto un'ottimo lavoro sui testi, ha messo in piedi un vero e proprio tour di presentazioni in biblioteche e librerie, senza contare i comunicati stampa e la pagina FB.
Se io avessi autopubblicato un romanzo, col mio carattere e il poco tempo che per motivi personali in questo periodo posso dedicare a scrittura e annessi, non sarei potuta arrivare neppure a un decimo della diffusione che sta avendo l'antologia. Dal mio personale punto di vista, quindi, meglio un racconto pubblicato con tutti i crismi su un'antologia, cosa che permette, tra l'altro di conoscere altri autori che un romanzo autopubblicato e letto poi solo da amici e parenti.
Questo, ovviamente non vuol dire che sono contraria in toto all'autopubblicazione, ma non condivido il pensiero di quanti la presentano come la terra promessa dell'esordiente o, peggio, la sua unica possibilità.
Delitti d'acqua dolce è un'antologia che nasce da un concorso letterario la cui partecipazione era gratuita e aperta a tutti, presenta racconti di autori affermati e di esordienti. A nessun autore è stato chiesto un centesimo, tutti i testi hanno avuto l'attenzione dei curatori che, insieme agli editori, si stanno occupando della promozione. Sono invitati a partecipare alle presentazioni, se hanno dei contatti o hanno piacere di organizzarne altri possono farlo, ma non è un obbligo. Ognuno di noi ha ricevuto delle copie omaggio e se desidera acquistarne altre lo fa a metà prezzo, ma anche questo non è un obbligo.
Il volume ha una diffusione mirata, essendo ambientato a Stresa è distribuito nelle librerie della zona, ma dove è arrivato si trova senza problemi. L'ho visto in vetrina o sugli scaffali più in vista. E' segnalato su molti siti specializzati.
Forse sbaglio, ma ritengo che questo sia ciò che un autore debba volere per i suoi scritti. E' ovvio che per farlo deve accettare di sottoporsi a delle selezioni. Il "rischio d'impresa" è tutto dell'editore che, quindi, ha il sacrosanto diritto di investire solo in testi in cui crede.

mercoledì 21 novembre 2012

Un altro racconto si invola - Come carta nel camino

Pare che quest'anno, se vorrò regalare per Natale un mio racconto, avrò solo l'imbarazzo della scelta.
Sono infatti felice di annunciare che il racconto

Come carta nel camino
sarà presto in libreria nell'antologia
STORIE DI CONFINE - Wild Boar editore

Storie di Confine è il risultato di un concorso indetto più di un anno fa dal sito - associazione Terre di Confine
Sono stata molto contenta di sapere che per l'antologia si è scelta come casa editrice Wild Boar, la stessa a cui si appoggia RiLL per le proprie antologie, libri molto curati, anche a livello di qualità della carta.
Cosa che mi fa ancora più felice è sapere che tutto il ricavato dell'antologia andrà a Medici Senza Frontiere.

Per una volta, il racconto sarà pubblicato a nome Tenar. Non c'è un motivo preciso per questo, a suo tempo, dato che per la partecipazione era necessario iscriversi al forum del sito, mi venne spontaneo usare quella che è la mia abituale identità in rete.

lunedì 19 novembre 2012

Appuntamenti (quasi) imperdibili

Venerdì 23 novembre ore 21.00
Sala Consiliare del Comune di Briga Novarese
I VENERDì DELLA BIBLIOTECA:
ANTONELLA MECENERO - RACCONTI DA GIALLO MONDADORI AL TROFEO RILL


Sabato 24 novembre ore 15
Libreria Feltrinelli di Arona
DELITTI D'ACQUA DOLCE - FIRMA COPIE


Per chi fosse della zona e avesse voglia di fare due chiacchiere sui racconti e la scrittura.
Venerdì sarà un'oretta informale che, spero, continuerà per chi vuole davanti a una birra o altro. L'essere lettori del blog da diritto a una birra offerta da Tenar.
Sabato la cosa sarà un po' più seria, saranno presenti altri autori dell'antologia (che contiene racconti davvero davvero belli) e dunque l'evento è davvero quasi imperdibile.
Ricordo inoltre che Delitti d'acqua dolce aiuta la ricostruzione dei giardini di Villa Taranto.

Su Kultural, invece, un breve approfondimento su Innocenzo Manzetti e il suo automa, scritto da me con la supervisione tecnica di Fabio Valeggia. Il link è come sempre qui a fianco

domenica 18 novembre 2012

Visioni - Argo


Inverno 1979/80. In Iran scoppia la rivoluzione islamica e la rabbia popolare si riversa contro gli USA, colpevoli di aver dato asilo allo Scià. Poco prima dell'assalto all'ambasciata statunitense, sei dipendenti riescono a fuggire, rifugiandosi in quella Canadese. In poco tempo diventano dei ricercati dalla polizia islamica e le loro possibilità di uscire vivi dal paese si riducono all'osso.
Pare che la CIA abbia degli esperti per questo tipo di situazioni, gli "esfiltratori". Il problema è, però, che le idee latitano. Scartata l'ipotesi di far arrivare i sei in Turchia in bicicletta o di farli passare per incaricati di esaminare i raccolti (in pieno inverno), la "migliore peggiore idea" in campo è quella di mettere in piedi un finto film di fantascienza con ambientazione mediorientale e far passere gli americani per membri di una troupe canadese. E se bisogna fare un finto film, che sia almeno un finto successo...

Argo dribla con successo i due pericoli principali insiti nello script, cioè far diventare la storia una farsa o, al contrario, un polpettone propagandistico.
Argo è e rimane un film di spionaggio vecchio stampo con appena dei tocchi deliziosamente surreali. Non si indaga la situazione iraniana, anche se le scene ambientate a Theran sembrano quasi uscire dai filmati d'epoca, né si butta la situazione in commedia. Il protagonista è della CIA, ma la CIA è anche quella "che non si è accorta che in Iran stava avvenendo una rivoluzione".
Argo è la storia di sei persone qualunque finite in una pessima situazione e dell'uomo che gioca con l'assurdo pur di salvarli e, come tale, funziona. Gioca intelligentemente col film nel film, mostrando una realtà ben più confusa e incredibile di quella delle storie di fantascienza ed eroi assai meno patinati di quelli che impugnano pistole laser. Anche se come tutti i film tratti da storie vere si sa già come andrà a finire, si rimane incollati allo schermo.

Il passaggio di Ben Affleck alla regia, dunque, funziona. Anzi, auspico un passaggio più radicale, dato che il buon Ben tiene per tutto il film la stessa espressione, sia che saluti il figlio, sia che rischi la vita. Il Nik fa però notare che un certo attore con solo due espressioni è diventato alla fine il mio regista preferito

Voto: 7 e mezzo.

venerdì 16 novembre 2012

Frammenti di vita da aspirante giallista

Entra la cognata. Guarda la sala e si sofferma sulle pietre ornamentali che fungono da soprammobile.
- Ma con l'ametista ci hai ucciso una persona!
- Certo, era un omicidio non premeditato commesso da una donna. Mi sono chiesta cosa potesse esserci in un salotto che persino io potrei usare come arma di un delitto.
E lei mi guarda come se in effetti avessi le mani macchiate di sangue.

Il Nik si fa portavoce del sindacato degli psicopatici.
- Non puoi far passare meno di cinque giorni da un omicidio e l'altro. Poveretto. Rapisci la vittima, portala in casa, torturala, uccidila, posiziona il corpo. Dovrà pur dormire, no? Mangiare? Lavorare? Più di una vittima ogni cinque giorni è sfruttamento.

Si prendono appunti dai telefilm
 - Davvero posso estrarre il cianuro dai semi di pesca?
 - No.
 - Ma in CSI NY...
 - No. Te ne servirebbero una montagna, lascia stare.
 - E se devo avvelenare qualcuno?
 - Con l'amanita vai più tranquilla, pochi grammi ed è fatta.
 - Ok
 -... Cosa c'è per cena?
 - Spezzatino con i funghi.
*

Un ringraziamento a Fabio Lotti, se mai passasse di qui, che in più di un sito ha commentato il mio racconto "Come foglie nel vento".  Credo che sia la cosa più bella per un esordiente arrivare a un lettore autorevole che spende tempo e parole per promuoverti.

giovedì 15 novembre 2012

Scrittevolezze - Il diavolo sta nei dettagli

La scrittura si articola in tre fasi. Le prime due, ideazione e prima stesura sono, almeno per me, gioia pura. Se scrivo è per andare almeno con la fantasia in luoghi inaccessibili, vivere vite altrui e provare a comunicare quanto ho scoperto in queste escursioni immaginarie.

Poi viene la terza fase. La revisione.

Ho provato una sensazione simile sugli scavi archeologici, quando dal mappare il sito e dal vedere per la prima volta qualcosa che era rimasto nascosto da millenni si passa a setacciare la terra di scarto per accertarsi di non aver tralasciato neppure il più piccolo frammento. Ore con il setaccio in mano, magari nell'acqua fredda per trovare un frammentino d'osso che poi forse il laboratorio decreterà essere del tutto estraneo rispetto a quello che stai cercando.
Revisionare è setacciare il testo, una, due, dieci volte alla ricerca di ogni imperfezione, ogni parola stonata, ogni angolo da smussare.
Forse è perché sto lavorando a un testo storico che trovo il lavoro ancora più minuzioso e, a tratti, snervante. Il tempo che sembra sprecato per decidere se si può inserire la descrizione di quel dato oggetto, se davvero era presente all'epoca oppure no. E poi, dopo aver sentito esperti, visionato immagini, spulciato testi, chiedersi quanti lettori mai si accorgeranno di un eventuale errore.
Eppure il diavolo si nasconde nei dettagli.
Non scrivo per esperti storici. Ma qualsiasi lettore percepisce se l'autore padroneggia davvero il mondo che descrive. Che si esso reale o immaginario sono i piccoli dettagli, quelli che prendono magari solo mezza riga a darci la profondità di campo e farci pensare che quello in cui si muovono i protagonisti è un mondo possibile.
A quasi nessuno, leggendo Il Signore degli Anelli interessa davvero la linguistica elfica. Ma il fatto che l'elfico abbia una sua linguistica, sia stato studiato nei minuti particolari grammaticali lo rende credibile e ci aiuta ad operare quella sospensione della incredulità che serve a goderci la narrazione. Così come non è necessario essere medioevalisti per apprezzare il Nome della Rosa, ma è il suo essere ambientato in un medioevo credibile di cui quasi riusciamo a sentire l'odore uno dei fascini maggiori del romanzo.
Non resta che farsi coraggio e andare a stanare i diavoli nei dettagli.

E se a volte ci si scoraggia, bisogna ricordare che quando il lavoro è ben riuscito, la differenza di sente e  anche i lettori se ne accorgono.

Qui una recensione sul Giallo Mondadori 3096, i Cospiratori, che dedica un buono spazio al mio racconto (dal quale a suo tempo ho dovuto stanare un sacco di dispettosi diavoletti!)

Sempre da Thriller Magazine, anche un articolo su Delitti d'acqua dolce, qui.

mercoledì 14 novembre 2012

Letture da Lucca

Non ho ancora smaltito tutte le letture acquistate a Lucca e dintorni (e dire che sono stata in fiera pochissimo), ma ho almeno dato uno sguardo a qualcosa. Ecco qui, assolutamente alla rinfusa

Eriadan 10
E sono già dieci anni di Eriadan! E sfogliando l'albo mi chiedo perché da piccolo mito di nicchia non ci sia stato ancora il grande salto. Il suo sguardo acuto e poetico sul mondo lo rende ai miei occhi l'erede ideale Schulz
(se qualcuno ancora non lo conoscesse, ammesso che sia possibile, dia uno sguardo al link a lato)

I giorni della sposa
Kaoru Mori
Un manga davvero atipico, di cui ho comprato un numero per curiosità in seguito a una recensione positiva. Ci porta in un mondo inedito, quello dell'Asia Centrale, riprodotto con un tratto di rara raffinatezza che si prende cura di ogni particolare, dalle decorazioni delle stoffe, all'interno delle abitazioni fino ai dettagli dei piatti tipici. Un numero è poco per giudicare la vicenda, che pare comunque mettere al centro le donne, con i loro destini segnati, i matrimoni combinati e i lavoro, senza però calcare la mano. Proseguirò la lettura

Hellboy - La strega Troll e altre storie
Mike Migola e disegnatori vari
Primo incontro con Hellboy, storie surreali, brevi, autococlusive e non prive di una loro poesia. Questi piccoli racconti di mostri tristi, intrisi di ironia amara mi hanno ricordato il Gaiman di Sandman.
Una lettura soddisfacente al 100%

L'impero dei morti viventi - Sherlock Holmes contro zombi
Ian Edginton e disegnatori vari
Se recensioni positive mi hanno portato a scoprire "I giorni della sposa", perché non fidarsene anche per Sherlock Holmes contro zombi?
Questo è il primo degli interrogativi irrisolti. Ne seguono altri. Gli zombi arrivano nella Londra del 1898 e vanno uccisi con le maniere forti, che bisogno c'è di Sherlock Holmes? Serve scomodarlo per fargli usare il lanciafiamme? E perché dargli un fisico da superman e invecchiare il povero Watson?
Non fa schifo, questo fumetto, ma vale l'acquisto? Troppe domande sospese.

lunedì 12 novembre 2012

Visioni - 007 Skyfall


Con questo Skyfall termina il percorso di decostruzione e ricostruzione del mito di 007 iniziato con Casinò Royale. Daniel Craig non è il nuovo Bond, è Bond e dopo aver distrutto l'idea che ci eravamo fatti di lui se ne riappropria. Per farlo deve uccidere quanto rimaneva dell'iconografia legata alle incarnazioni più recenti dell'agente segreto e ritornare alle origini (letteralmente, non ci viene risparmiata neppure la casa paterna).
Sam Mendes confeziona per il cinquantenario un prodotto di lusso, splendente, impeccabile e superfluo. Un giocattolone di puro intrattenimento che però a tratti incanta per sequenze di rara bellezza visiva (la sigla iniziale su tutte) o un'uso magistrale della luce. Non c'è praticamente inquadratura che non abbia una sua ricercata eleganza.
La sceneggiatura ha i suoi momenti migliori nel gioco costante con il passato, ma non riesce a costruire una storia davvero memorabile e forse per il film del cinquantenario Bond avrebbe meritato un nemico più carismatico.
007 Skyfall intrattiene e incanta gli occhi, ma rimane il dubbio che con questi attori e questo regista si sarebbe potuto osare di più e sfiorare il capolavoro.
Casinò Royale col suo usare una durezza e un disincanto inedito nelle storie di Bond rimane, secondo me, il gioiello di questa trilogia.

E adesso che del buon James sappiamo davvero quasi tutto, lo possiamo scrivere senza timore di sbagliare nella lista degli "eroi porta sfiga", quelli a cui basta stare vicini per fare una pessima fine.

Voto: 7 e mezzo (8 per i fan dei film storici della saga, che troveranno pane per i loro denti)

sabato 10 novembre 2012

L'automa che sapeva parlare - la vera storia dell'invenzione del telefono


Questa è una storia vera di cui sono venuta a conoscenza giusto ieri sera (grazie Fabio!) e me ne sono subito innamorata.

Aosta, metà 1800. Una famiglia numerosa, povera, originaria delle mie terre tra il Lago Maggiore e quello d'Orta. Un inventore geniale, che dorme due ore a notte e sforna un'invenzione dopo l'altra per mantenere se stesso e gli otto fratelli. Un unico sogno, costruire un automa in grado di stupire il mondo.

Chi ha vista il film "Hugo Cabret" saprà che era a colpi di automi che gli inventori a metà ottocento combattevano la loro  guerra per la popolarità. Ce n'erano che sapevano giocare a scacchi, altri che erano in grado di riprodurre un disegno.
Innocenzo Manzetti, uno che aveva la faccio da diavolo e, forse, l'animo di un bambino, voleva che il suo fosse il migliore di tutti. Doveva potersi alzare in piedi, portarsi il flauto alle labbra, suonare 12 arie diverse e parlare. Sì, parlare. Ma non ripetere parole pre ordinate, cosa che a quanto pare alcuni automi facevano, ma far sentire a distanza la voce del suo inventore.
C'è una lettere con cui il sindaco di Invorio, città natale della famiglia Manzetti, manda a Innocenzo 100 lire per lo sviluppo delle sue invenzioni. E Innocenzo risponde appunto che il suo automa è quasi perfetto, gli manca giusto di farlo parlare.
Da qui partono una serie di esperimenti sulla trasmissione della voce.
Di colpo si viene a sapere che ad Aosta un inventore spiantato sta facendo esperimenti su uno strumento per trasmettere la voce a distanza, ottenendo risultati insperati. Meucci scrive, ammettendo che Manzetti è più avanti di lui, e chiede una collaborazione, ma il nostro Innocenzo forse pensa al suo automa e non risponde. Un biglietto da visita di Bell pare dimostrare che anche l'altro contendente per la disfida del telefono sia giunto ad Aosta a curiosare.
Ci siamo.
Manzetti inventa una cornetta per la ricezione del suono e pare che l'automa fosse pronto per parlare. A questo punto si muove il nostro governo con la lungimiranza che gli è ancora propria dicendo a Manzetti che la sua invenzione è socialmente pericolosa, è pregato di lasciar perdere se non vuole grane. Il nostro è già povero e malato, vuole solo costruirsi il suo automa e desiste.
Morirà pochi anni dopo, nel 1877.
Poco tempo dopo alla vedova si presentano degli inviati di Bell che per poche lire si appropriano di appunti e prototipi, che verranno poi brevettati in America, ovviamente non a nome di Manzetti.
La storia stabilirà poi che il telefono l'ha inventato Meucci, con un primo brevetto del 1871, anche se numerosi articoli di giornali ci dimostrano che ad Aosta già nel 1865 era possibile trasmettere le voci a distanza.
Di Manzetti rimane una targa nel comune di Invorio (una delle poche istituzioni ad aver creduto in lui) e  la foto del suo automa che vedete qui

giovedì 8 novembre 2012

Con Cesare al premio Giallo Mensa


Eccomi qui, frastornata e felice, alla premiazione del concorso Giallo Mensa, organizzato da Giallo Mondadori e dall'associazione Mensa Italia.

Nei prossimi giorni racconterò qualcosa di quest'incontro con Mensa e i suoi incredibili soci.

Per il momento mi affido alle parole di Alessandra Bucchieri, l'organizzatrice del concorso, che vedete al mio fianco. Per chi non lo sapesse è una delle massime esperte in Italia di Giallo (un'istituzione, mi è stato detto da una sua collega) e gestisce un bellissimo blog di cui trovate il link anche qui a fianco. L'unica controindicazione alla lettura è che le sue recensioni e interviste fanno venire una voglia matta di divorare libri e telefilm e il tempo per farlo a volte manca...
Qui il bel post che voluto dedicare alla serata.

martedì 6 novembre 2012

Presentazione racconto - Come foglie nel vento

Appena riuscirò a dormire otto ore di fila farò un post decente con quanto accaduto in questi giorni, dall'incontro con i mensini a quella splendida follia che è Lucca Comics. Prima che sparisca dalle edicole, sarà bene, però, fare un minimo di presentazione del racconto in uscita

Come foglie nel vento - allegato a Giallo Mondadori 3069 "I cospiratori"
77 a. C.
Giulio Cesare ha 23 anni, appartiene alla fazione politica perdente, quasi del tutto spazzata via durante la dittatura di Silla, e sta muovendo i primi passi come avvocato.
Ha accettato una causa che non può vincere, quella contro Gneo Cornelio Dolabella, sicario ai tempi di Silla, ora politico di successo. Per questo gli sembra un messaggero degli dei il ricco plebeo che viene a chiedere giustizia per sua sorella. Era amante di Dolabella e forse è stato lui ad ucciderla, temendo che la giovane rivelando di essere incinta e trascinandolo in uno scandalo. Ma gli dei, si sa, si fanno beffe dei sogni dei mortali e l'indagine porta il giovane Cesare ad esplorare territori per lui sconosciuti...


Questo racconto per è speciale, come il ritorno a un vecchio amore.
All'università mi sono innamorata della tarda repubblica romana. Sull'onda di quell'infatuazione ho letto tutto d'un fiato "Cesare, il Dittatore Democratico" di Luciano Canfora, che è stato un colpo di fulmine. L'uomo che Canfora descriveva, "un impasto di meschinità e grandezza", un intellettuale che si sporca le mani e che guarda il mondo contemporaneamente con l'occhio del pragmatismo e con quello del filosofo, io lo volevo veder agire. 
Poi ho frequentato due anni di "master in aspirazione" dove hanno tentato di convincermi che dovevo imparare a raccontare la realtà di oggi e non ho più avuto il coraggio di inoltrarmi nei vicoli dell'antica Roma. Poi ho visto il bando del Premio Mensa e ho pensato subito che per i mensini ci voleva Sherlock Holmes oppure Giulio Cesare. Per il primo non mi sentivo pronta, quindi...
Da lì in poi questo giovane Cesare mi ha presa per mano, rimproverandomi per tutto il tempo in cui l'ho lasciato nel cassetto. E quindi ecco qui il racconto, che trovate in edicola. Spero possa piacere, anche perché il buon Cesare non ha affatto intenzione di lasciarmi andare...

Colgo l'occasione per segnalare il bell'articolo dello Sherlock Magazine su Delitti d'Acqua Dolce e per chiedere perdono a tutte le persone conosciute o contattate in questi giorni che mi hanno chiesto amicizia su Facebook. Ho un pessimo rapporto con FB e per affrontarlo mi servono, appunto, le famose otto ore di sonno.

giovedì 1 novembre 2012

Varie

Il blog deve prendersi qualche giorno di pausa per vari motivi.
Mia mamma ha deciso di mettere, letteralmente, la testa a posto a neurochirurgia. Per non farsi mancare niente ha fatto anche un tour delle complicanze tipiche per questo genere di intervento (se capitasse qui uno dei colleghi che mi ha visto schizzare via, la situazione pare essersi normalizzata).
In qualche modo io dovrò raggiungere La Spezia per la premiazione del Premio Giallo Mensa e quindi Lucca per quella del Rill

Averi voluto farvi una presentazione decente del racconto Come foglie nel vento che da lunedì 5 novembre trovate in edicola nel Giallo Mondadori 3069, I Cospiratori, ma me ne manca il tempo materiale.
Quello che posso dirvi è che, tra tutti i racconti scritti quest'anno è davvero quello a cui sono più legata. Sono stata presa per mano dal mio personaggio che mi ha condotto in una Roma antica che neppure io conoscevo. Se vi avanzano 4,90€, investiteli in un racconto insolito (e il romanzo a cui è allegato non sembra per niente male). Se vi va, potete anche commentarlo sulla pagina del blog di Giallo Mondadori.

Chi invece capitasse a Stresa, domenica 4 novembre alle ore 16, presso la Sala del Distretto dei Laghi ci sarà la presentazione dell'antologia Delitti d'acqua dolce, che raccoglie una ventina di racconti ambientati a Stresa, tra cui il mio Briscola. Per ovvi motivi di ubiquità io non potrò esserci, ma ci sarà tutta una schiera di autori con i fiocchi e controfiocchi, i miei bravissimi "colleghi di antologia": Mercedes Bresso, Sergio Cova, Andrea Dallapina, Maurizio Gilardi, Rossana Girotto, Riccardo Landini, Francesco Manarini e Massimo Rodighiero, Sabrina Minetti, Samuele Nava, Emiliano Pedroni, Maurizio Pellizzon, Elena Sedin, Federico Spinozzi, Gianluca Veltri.
Ricordo che il ricavato dell'antologia sarà devoluto alla ricostruzione dei giardini di Villa Taranto, che ne hanno bisogno

Un saluto a tutti. Buon lungo fine settimana. Ci si rivede e ci si rilegge verso la fine di settimana prossima